Blasting News: il giornalismo si fa social?
Quando la rivoluzione dell’informazione parte dal web

 

È presente in 33 paesi, con articoli scritti in 23 lingue e conta più 11 milioni di visitatori unici mensili. Numeri da gigante quelli di Blasting News, il primo social magazine indipendente al mondo. Numeri importanti, come importante è l’ambizione della piattaforma online: cambiare l’informazione globale. Blasting News si prefigge infatti di cambiare il volto dei media tradizionali applicando la sharing economy, utilizzando il crowdsourcing e degli algoritmi per la pubblicazione degli articoli e la remunerazione degli autori. Termini inglesi che forse non dicono molto ai più, ma che descrivono un meccanismo semplice: in Blasting News chiunque può diventare un Blaster, scrivere i propri articoli giornalistici e guadagnare fino a 150 euro per ognuno di essi.

 

Una nascita difficile

Blasting News nasce in Italia nel 2013, dalla mente di Andrea Manfredi. Classe 1978, il fondatore è conosciuto per aver creato Supermoney, portale di confronto tra assicurazioni Rca, mutui, prestiti, ecc. Blasting News finisce quasi immediatamente nel mirino dell’Ordine dei giornalisti, che accusa Manfredi – giornalista pubblicista regolarmente iscritto – di promettere a chi contribuisce in modo continuativo di poter a sua volta iscriversi all’Ordine. Ne deriva la scelta di spostare la sede a Chiasso, in Svizzera, ufficialmente per un desiderio di espansione. Ad oggi però, tra i 33 paesi nei quali Blasting News è presente, la Svizzera non figura.

 

«100% indipendente, 100% democratico, 100% meritocratico, 100% autorevole e attendibile»

Chiunque può diventare Blaster e vestire i panni del giornalista in Blasting News, a patto che i contenuti proposti siano originali e di qualità. Per garantire la validità dei contenuti ogni articolo deve passare un duplice controllo. Il primo controllo al quale il potenziale articolo è sottoposto è puramente informatico, svolto attraverso specifici algoritmi che ne calcolano l’interesse e la qualità. Se l’articolo è idoneo passa alla seconda fase di controllo, in caso contrario rimane inedito. Il secondo controllo è umano, ed è affidato ai cosiddetti Senior Blaster, esperti nel loro settore d’interesse, che valutano le fonti, la qualità e l’assenza di materiale inappropriato all’interno delle notizie. Ogni articolo scritto da un nuovo membro, chiamato all’interno del sito Junior Blaster, deve essere approvato secondo queste modalità. I Mid Blasters e i Senior Blasters possono invece pubblicare le loro notizie senza che siano sottoposte a controlli. In data 15 luglio 2015 il sito conta più di 356.263 Blasters, e pubblica più di 4.000 notizie alla settimana. Sorge spontanea la domanda: il sistema di controllo è sufficiente a garantire la qualità delle notizie pubblicate?

Una volta che un articolo è accettato e pubblicato inizia il conteggio dei click, e il relativo calcolo del compenso per il Blaster. Per garantire l’attendibilità del risultato la piattaforma si appoggia a Google Analytics. Il compenso viene calcolato in base al numero di visitatori unici che la notizia ha avuto nei 30 giorni successivi alla sua pubblicazione. Maggiore è il numero di click, maggiore è il guadagno.

 

Sì, ma si guadagna veramente?

Nella pagina del sito, per farsi un’idea sulla retribuzione, viene data la possibilità di calcolare il guadagno per una singola notizia in base al numero di utenti unici che ha avuto. Se prendiamo ad esempio la sezione “Ambiente”, scopriamo che per guadagnare 150 euro – retribuzione massima per un singolo articolo – la nostra notizia deve avere 62.500 visitatori unici nei 30 giorni successivi alla sua pubblicazione. Calcolando 11 milioni di visitatori unici mensili, e dividendoli per i 16 mila articoli scritti nello stesso lasso di tempo, ne risulta che ogni articolo in media avrà 688 click, per un guadagno – calcolato con l’applicazione menzionata qui sopra – di circa 1.85 euro. Ovviamente la media non è rappresentativa, ma una qualche idea comunque potrebbe darla.

 

Brillante o dannoso?

Il sostantivo blasting ha già al suo interno questa ambivalenza, questa ambiguità. Se da una parte può essere inteso come un brillamento, un’esplosione di luce all’interno di una stanza forse da troppo tempo chiusa all’esterno, dall’altra può essere un danno, il soffio di vento che spegne la fiamma dell’ultima candela di professionalità, lasciandoci immersi nell’oscurità del dilettantismo. La risposta, vista la velocità con la quale questi fenomeni evolvono sul web, non tarderà ad arrivare.