Sintonizzati sulle onde dell’entusiasmo con Ainhoa Ibarrola
Viaggio alla scoperta di Fréquence Banane

di MATTIA DARNI

 

Ainhoa durante la diretta

Ainhoa durante la diretta. © Ainhoa Ibarrola

Nonostante la giornata uggiosa, sprizza energia da tutti i pori: lei è Ainhoa Ibarrola e ogni martedì conduce l’abécédaire su Fréquence Banane. La incontriamo alla caffetteria dell’Anthropole per scoprire, attraverso le sue parole, l’universo della radiofonia universitaria losannese.

Quando sei entrata nella squadra di Fréquence Banane e cosa ti ha spinto a prendere tale decisione?

Ci sono entrata nel settembre 2015 come «banane verte» (ovvero come persona al primo anno di attività, in seguito si diventa «bananes mûres», n.d.r.). Penso, in primo luogo, di avere preso questa strada perché la radio si trova nel DNA della mia famiglia: mio padre, infatti, da studente, lavorava per Radio Acidule (l’antenato dell’attuale antenna vodese, n.d.r.) e, a sua volta, mio cugino fa parte di Fréquence Banane. Sono inoltre molto interessata al mondo dell’informazione e ho quindi voluto muoverci i primi passi attraverso l’emittente del canton Vaud.

Quanto tempo richiede la preparazione di una puntata dell’abécédaire?

Come conduttrice ho un po’ più di lavoro rispetto agli altri componenti della mia squadra visto che devo preparare la scaletta della puntata e coordinare le persone. Ciò detto, per scrivere un approfondimento di 3-4 minuti che verrà letto in diretta, impiego circa due ore. Si deve in effetti considerare il lavoro di ricerca che sta a monte, la scrittura del pezzo e il tempo necessario ad allenarne la dizione. Dipende un po’ anche da quanti approfondimenti propongo durante la puntata, ma, in generale, diciamo che un’ora di trasmissione ne richiede due o tre di preparazione. Va comunque detto che non è sempre così, durante il semestre, capita che si abbiano dei periodi piuttosto stressanti sul piano accademico e perciò il tempo che si può dedicare alla radio diminuisce drasticamente; in questi casi si cerca di preparare comunque qualcosa e, in diretta, si ricorre molto all’improvvisazione.

Come sono ripartiti i compiti all’interno della vostra squadra?

Oltre a me che sono la conduttrice, ci sono Laura e Isabel che si occupano di tutto ciò che è regia, dunque montare i microfoni, mettere tutte le voci allo stesso livello, far partire le basi di sottofondo mentre si parla e scegliere la programmazione musicale. C’è poi Arnaud che si occupa degli approfondimenti.

Il vostro è un team numeroso. Come fate a coordinarvi durante la trasmissione?

Innanzitutto, va detto che è il secondo anno che lavoriamo assieme e di conseguenza ci conosciamo bene; ad ogni modo, si comunica molto utilizzando i gesti.

Nel vostro programma fate anche passare delle parti preregistrate (penso soprattutto agli approfondimenti) o è tutto in rigorosa diretta?

No, normalmente viene fatto tutto in diretta. Si propongono delle registrazioni fatte in precedenza solo nel caso in cui si vada all’esterno a intervistare delle persone e, in seguito, si mandino in onda le loro interviste.

Non hai paura che una puntata duri meno di un’ora? E di più? Ti è già capitato uno o l’altro caso?

Fare in modo che ciò non avvenga è il compito di chi si occupa della regia in quanto deve calcolare minuto per minuto le tempistiche della puntata. Nonostante ciò, a volte succede che un approfondimento duri più del dovuto e, in quel caso, bisogna tagliare sul momento altre parti. Accade pure che si parli più del previsto e allora il compito del conduttore o di chi si occupa della regia è di interrompere la persona in modo da restare nelle tempistiche. Prima e dopo l’abécédaire, infatti, ci sono altri programmi e bisogna fare in modo di rispettare i tempi per non arrecare disturbo ai nostri colleghi. Una soluzione molto efficace per gestire la durata della trasmissione è aggiungere o togliere delle canzoni dalla programmazione musicale. Nel mio caso specifico, non è mai capitato che la puntata durasse meno del previsto perché, come dicevo, se si vede che si fatica ad arrivare alla fine, si possono sempre aggiungere dei brani. È invece già successo che il programma durasse più di un’ora e ciò ha generato delle incomprensioni con gli speakers di Ginevra che venivano dopo di noi. Essi, infatti, non capivano come mai non potessero prendere il controllo della frequenza.

Parliamo più in generale della radio ora. Qual’è il palinsesto di una giornata tipo?

Tutte le mattine, dalle 7:00 alle 8:00, c’è Café Kawa che è fatto dalle «bananes vertes». Fino a sera, poi, non si hanno più trasmissioni, ma viene proposta solamente della musica. Capita spesso, però, che, a un determinato orario della giornata, venga proposta una programmazione musicale tematica (un’ora di musica house, per esempio). Alle 18:00 va quindi in onda Micropolis a cui seguono le emissioni delle «bananes mures» come l’abécédaire o l’artiste. Diciamo che il periodo di maggiore attività è compreso tra le 19:00 e le 22:00.

Fréquence Banane è la radio non solo dell’UNIL, ma anche dell’EPFL e dell’Università di Ginevra. Come fate a coordinarvi?

Bisogna dire che la parte ginevrina è più piccola rispetto a quella vodese e dunque solitamente si deve adeguare alle nostre esigenze. Comunque, a livello di organizzazione, ci sono diversi contatti tra il nostro presidente e quello della sede di Ginevra. Le due sedi, difatti, hanno ognuna il proprio comitato autonomo e le uniche cose che ci uniscono sono il nome della radio, la frequenza, nonché il fatto di condividere la medesima pagina Facebook.

Quante persone vi ascoltano mediamente ogni giorno?

In verità non conosco le cifre. Essendo comunque una radio studentesca, a noi non interessano tanto i numeri, quanto, piuttosto, la possibilità di aumentare giorno dopo giorno le nostre capacità individuali in vista di un impiego futuro.

Come hai appena ricordato, voi siete una realtà studentesca. Durante le sessioni d’esame e le vacanze universitarie, ovvero nei momenti in cui l’ateneo cade come in letargo, vi fermate anche voi o continuate a proporre il palinsesto usuale?

Durante gli esami e l’intersemestre viene proposta esclusivamente della musica, mentre i programmi si fermano. Il locale di Fréquence Banane si trasforma in una piccola biblioteca in cui i membri della radio si ritrovano per studiare. Quest’anno, inoltre, abbiamo approfittato della pausa invernale per rinnovare lo studio e, in particolare, per finire quello dedicato ai podcast.

A livello finanziario come fate a garantirvi la sopravvivenza ogni anno?

Per poter essere membri dell’associazione di Fréquence Banane e quindi poterci lavorare, ogni socio deve pagare una tassa annuale di 50 CHF. Chiaramente, la sola riscossione della quota non è sufficiente per garantire la nostra attività e di conseguenza facciamo capo anche a moltissime sovvenzioni (tra cui quelle di AGEPoly, dell’EPFL e dell’UNIL, per citarne alcune).

In che modo è possibile ascoltarvi?

Siamo presenti sul Web all’indirizzo https://www.frequencebanane.ch e su DAB+. Nel mese di marzo, per di più, ci si può trovare anche in FM.

Come mai proponete l’FM solo a marzo? C’è una ragione particolare che vi ha spinti a scegliere proprio questo mese?

Purtroppo l’FM è molto costosa e perciò non possiamo permetterci di esservi presenti durante tutto l’arco dell’anno. Per quanto riguarda la scelta del mese, non so perché si sia scelto proprio marzo. Se dovessi fare un’ipotesi, direi che, in primo luogo, agli inizi della primavera, coloro che hanno iniziato in settembre la loro avventura con noi, hanno già più esperienza e sono pertanto in grado di proporre un prodotto di qualità anche su uno spazio prestigioso come lo è l’FM. In marzo, poi, gli esami sono ancora piuttosto lontani, pertanto ci si può dedicare con maggiore dedizione alla radio.

Come si fa entrare nella squadra di Fréquence Banane?

È molto semplice, sul nostro sito Internet è disponibile un formulario di contatto che si può riempire online. Prima di iniziare effettivamente l’attività radiofonica, si deve però seguire la formazione generale che proponiamo. Si inizia con tre settimane di teoria, seguite da altre tre di emissioni “in bianco”, ovvero di veri e propri programmi che non vengono però trasmessi e hanno il solo scopo di fungere da transizione dalla teoria alla pratica. Infine, si comincia a partecipare alla diretta. La formazione generale, però, viene proposta solo in settembre, dunque, se qualcuno vuole unirsi a noi più tardi, può scriverci e gli faremo seguire una formazione accelerata, dopodiché sarà inserito in una delle nostre trasmissioni.

Finora abbiamo parlato dell’antenna vodese, adesso parliamo un po’ di te. Nella vita non conduci solamente l’abécédaire, che cosa studi all’UNIL?

È vero, la radio è una passione alla quale, però, si affianca la vita accademica. Attualmente studio scienze politiche.

Una volta terminati gli studi, che mestiere ti piacerebbe esercitare?

Partiamo da lontano: finito il liceo, mi sono dovuta fermare e chiedere cosa volessi fare della mia vita visto che c’erano talmente tante cose che mi interessavano. Alla fine della riflessione, ho deciso che avrei voluto fare la giornalista poiché ciò mi permette di non scegliere, ma di fare tutto in quanto il giornalismo è un mestiere in cui ci si occupa di temi sempre diversi e stimolanti. Inoltre, ho sempre adorato fare delle presentazioni davanti a molta gente e interessarmi a un tema per poi spiegarlo agli altri. Ecco allora che il giornalismo cade a pennello. Non vorrei, però, occuparmi di giornalismo d’attualità perché trovo frustrante fare tutto velocemente per proporre un articolo di poche righe che non permette veramente di conoscere la tematica; la mia idea, dunque, è di indirizzarmi piuttosto verso il reportage.